ida dominijanni sulla situazione a gaza
GAZA È IL LABORATORIO DEL NOSTRO FUTURO
Pochi giorni fa ho avuto la fortuna, grazie a un’amica (di cui non faccio il nome per non metterla nei guai), di parlare con un giovane (di cui non faccio il nome per non metterlo nei guai) che lavora per l’Organizzazione mondiale della sanità e che rientrava per qualche giorno da Gaza. Sentire raccontare dal vivo le cose che leggiamo o guardiamo sui social e in tv fa ovviamente un altro effetto. Ad esempio, toglie già il sonno sapere che chi ha la fortuna di essere operato in un ospedale deve sopportare di farlo senza anestetico, ma lo toglie due volte se la persona con cui stai parlando queste operazioni senza anestetico le ha dovute fare o aiutare a fare di persona. Da questo incontro ho tratto le seguenti informazioni e considerazioni.
1) Il progetto di pulizia etnica che il governo israeliano sta portando avanti procede senza alcuno sconto. Una parte della popolazione palestinese viene uccisa con le bombe o con armi intelligenti (spesso puntate volutamente sui bambini), un’altra parte viene costretta ad andarsene con mezzi ricattatori, un’altra parte viene sospinta in un quadratino nella parte meridionale della striscia.
2) Questo quadratino è l’unico lembo di terra che potrebbe restare ai palestinesi, il resto della striscia essendo ormai tutto nelle mani dell’esercito israeliano; il famoso “stato palestinese”, ove fosse riconosciuto anche dai paesi fetenti come il nostro e gli Usa e da Israele, consterebbe dunque di questo lembo più la Cisgiordania, dove però com’è noto la colonizzazione degli israeliani procede senza remore.
3) La popolazione di Gaza e gli operatori di ospedali e Ong sono sottoposti a un’azione di sorveglianza e controllo h24: esercito e servizi israeliani sanno tutto di tutti, e in base alle informazioni che hanno dosano minacce, bombe-avvertimento (ad esempio ti buttano giù il muro di cinta della tua casa per invitarti gentilmente a levarti di torno, e se non ti levi torno ti bombardano anche l’interno.
4) Il cosiddetto piano di aiuti che Israele dice di volere autorizzare è in realtà un piano di ulteriore vessazione, ricatto e selezione della popolazione palestinese. Il cibo verrà “distribuito” solo nel suddetto quadratino, sì da sospingere lì i gazawi, e selettivamente, secondo l’esito dello spionaggio a tappeto di cui sopra (queste cose le ha dette oggi anche Monica Maggioni a In mezz’ora). In più, sarà fortemente razionato (1700 Kal al giorno max).
5) Governo ed esercito israeliano, dopo avere com’è noto impedito l’accesso a Gaza ai giornalisti, stanno ora cacciando con le buone o con le cattive anche gli operatori degli ospedali e delle istituzioni umanitarie internazionali, cosa che, per quanto riguardo gli italiani, la Farnesina non può non sapere ma tace.
6) I gazawi erano circa 4 milioni all’inizio della guerra, ora fra morti e esodati sono circa 2 milioni e mezzo, molti dei quali vogliono in tutti i modi resistere alla deportazione forzata in Egitto, in Libia o chissà dove, anche perché i paesi arabi non li vogliono.
7) I paesi arabi confinanti oltretutto sono tenuti sotto scacco o comprati dagli Usa con mosse economiche (tipo fai questo e io ti riduco il debito, se non lo fai ti strangolo economicamente).
8) Quello che chiedono i palestinesi che vogliono resistere è che noi europei facciamo pressione sui nostri governi perché riconoscano lo stato palestinese (a me sembra una strategia sbagliata, io se fossi lì me ne andrei, ma non tutti se ne possono andare e comunque se loro è questo che vogliono e dunque è questo che bisogna fare).
9) e in conclusione, la situazione è senza uscita.
Tutto questo, si dirà, lo sapevamo. Sì. C’è una cosa però che non si dice mai, perché cozza con l’immaginario coloniale che ancora ci permea tutti/e: Gaza non è una situazione residuale, e non è nemmeno soltanto l’indice più evidente di un mondo impazzito. Gaza è il laboratorio del nostro probabile e prossimo futuro: di un futuro fatto di sorveglianza, controllo, dossieraggi, spionaggio, con le tecnologie e l’intelligenza artificiale usate dal potere politico e militare per gli scopi più nefasti. Se non la pietà, l’orrore e la vergogna, questo almeno dovrebbe farci mobilitare con tutte le forze di cui disponiamo.
Ida Dominijanni
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